Paolo Ercolani sul Manifesto del 23 gennaio intervista Massimo Baldacci, ordinario di pedagogia a Urbino e coautore del libro La buona scuola. Sguardi critici dal Documento alla Legge (Franco Angeli, pp. 105, €14). L’intervista è interessante perché ripropone la dicotomia dei possibili modelli educativi: il primo che ha l’obiettivo primario di far uscire dalle scuole soggetti adeguatamente addestrati e competenti (“tecnici ammaestrati e obbedienti”, direbbe M. Nussbaum in Non per profitto, Il Mulino, Bologna, 2011) per svolgere un lavoro nella catena produttiva contemporanea; il secondo che ha l’obiettivo primario di costruire le competenze dell’uomo-cittadino prima che dell’uomo-produttore.
Sono citati – come protagonisti di questo dicotomia – Amartya Sen, John Dewey e Antonio Gramsci.
Su questo tema una vasta bibliografia, numerose citazioni e un approfondimento sul senso dell’investire nella costruzione del cittadino democratico con una marcata attenzione anche alle discipline umanistiche, si possono trovare nel citato libro della Nussbaum.